venerdì 20 maggio 2016

I SURFISTI DELLA DIGA: SOTTOMARINA CAPITALE VENETA DEL KITE, MA OCCORRONO AREE ADEGUATE


Il forte movimento kite surf che si è sviluppato attorno alla diga di Sottomarina chiede i suoi spazi. «È brutto non avere un'area decente», si sfoga un utente su Facebook, «con tutti i surfisti che arrivano in città, e non trovano 50 o 100 metri dove tirare su il kite, lungo un litorale che si estende per oltre 5 km». Il bisogno è avvertito in virtù del forte vento di bora che spesso aiuta gli amatori: «Arrivano da tutto il Veneto, ma qui spesso si pensa solo ad altre forme di turismo». Il problema è di ordine tecnico: «Possiamo gonfiare il kite lo stesso, ma quando l'aria è poca ci sono troppi ombrelloni e si fa fatica a trovare spazio», dice Andrea. Le idee sono chiare: «La Capitaneria di Porto sostiene che dobbiamo avere almeno 50x50 metri, a noi andrebbe benissimo». Il luogo sarebbe stato individuato nella zona di spiaggia libera adiacente alla diga nord: «Sarebbe l'ideale, dalla duna in poi. Non occorre tutta, tenendo conto delle esigenze dei bagnanti». Al cui proposito, l'atleta rivendica anche l'aiuto offerto ai bagnini nel salvataggio in mare.
Ma cosa dice la Capitaneria? «Siamo disposti a concedere il corridoio richiesto per l'uscita dei kite surf a mare, fermo restando che la competenza riguardo alla spiaggia è del Comune». Sul tema interviene anche Pino Zennaro dell'associazione Spin Out: «La nostra prima richiesta per un'area attrezzata è del 1995, e riguardava proprio la spiaggia libera vicina alla diga. Qualsiasi altro posto non è proponibile, e per la conformità della spiaggia, e per la direzione del vento». Zennaro rievoca i passaggi amministrativi: «Per tre volte quell'area specifica è stata assegnata agli sport acquatici, l'ultima con delibera del 17 febbraio scorso, dichiarata immediatamente eseguibile. Ma l'area dev'essere sistemata, segnalata con paletti di 50 cm, visibile con corda e cartelli che indicano i divieti, deve avere una corsia a mare riservata». Non è importante la gestione: «Può essere anche in capo al Comune, aperta a tutti», dice Zennaro. «Ma noi siamo disponibili a prenderla in mano. Molti si sono interessati, compreso il sindaco attuale: il muro è nei dirigenti che non allestiscono i bandi». Un j'accuse preciso e sconsolato: «Abbiamo perso la possibilità di essere circolo per colpa dell'assenza di una struttura attrezzata, ad esempio con spogliatoi. Eppure coi nostri istruttori federali facciamo corsi anche a surfisti stranieri, in specie svizzeri e austriaci. Il kite surfing può essere l'opportunità per un turismo qualificato, legato a Venezia, che si sviluppa via internet, anche economicamente dispendioso e soprattutto vivo tutto l'anno. Noi saremmo già pronti, sono tutte occasioni perse».

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